Indice dei Contenuti
Cosa vedere a Nusco e Montella
Ben trovato viaggiatore, sei hai letto il mio ultimo articolo “un giorno in Irpinia” ti avevo lasciato con la promessa di raccontarti la mia visita a Montella ma oggi non mi limiterò solo a questo perché ti descriverò anche il vicino borgo di Nusco, per cui mettiti comodo ed inizia a volare, almeno per il momento, con la fantasia gustandoti questa lettura.
Altro da scoprire in Irpinia: Nusco
Nusco, in provincia di Avellino, è un borgo medievale, situato a 914 metri sul livello del mare, davvero molto caratteristico. Ogni angolo è una scoperta! Pensa che i locali lo chiamano il “Balcone dell’Irpinia” e non si fa certo fatica a non crederlo in quanto, dalla sommità del castello o dalle varie terrazze, regala panorami incredibili sulla vallata circostante ma soprattutto sul massiccio del Vulture, sui monti Terminio e Partenio.
Nel parcheggio adiacente il centro storico, in Via Giuseppe Passaro, potrai lasciare l’auto e, già da lì, potrai notare il campanile della cattedrale che, con i suoi 33 metri, svetta sugli edifici e si staglia come faro e punto di riferimento per il centro del borgo.
Così, seguendo come riferimento il campanile, vedrai all’ingresso del paese il monumento della Santa Croce datato 1619, in pietra locale, con varie raffigurazioni scolpite alla base della colonna monolitica e, proseguendo, arriverai nell’ampia Piazza Municipio dove è collocata la statua del Santo patrono della città: Sant’Amato.
Cattedrale di Sant’Amato
Del campanile che svetta su tutto il borgo già te ne ho parlato, quello che non sai è che questa chiesa, situata adiacente la piazza, risale all’anno mille ed, al suo interno, ha una cripta romanica risalente ai tempi della sua edificazione dove sono conservate le ossa del Santo.
Possiede tre navate e varie cappelle laterali rimaneggiate varie volte nel corso dei secoli, che con il pulpito ligneo, concorrono a darle un’aria di sacralità ma è la facciata in pietra a destare meraviglia oltre che il campanile e la torre dell’orologio.
Ben presto ti renderai conto che il borgo è raccolto intorno al centro storico che si ramifica in stradine, acciottolati e palazzi nobiliari con portali in pietra.
Non dimenticare la Chiesa della S.S.Trinità con affreschi di epoca medievale e la Chiesa di San Giuseppe con la facciata in stile tardo barocco.
I Palazzi nobiliari
Sappi che i molteplici palazzi che avrai modo di vedere, passeggiando per il centro, appartenevano ad antiche dinastie, rappresentando un fasto ormai scomparso, ma tra essi meritano di essere citati il Palazzo del Sordo, Palazzo Barbone, Palazzo Astrominica, Palazzo Calabrese, Palazzo della Saponara ed altri, tutti accomunati da eleganti portali in pietra con in cima gli stemmi delle casate nobiliari ma troverai anche logge, edicole votive, archi, volte e balconi in ferro battuto.
Il Castello Longobardo-Normanno.
È ciò che rende Nusco famosa: il suo castello!
Purtroppo ormai rimangono solo le rovine di questa antica rocca di origine longobarda-normanna che, un tempo, si stagliava sulle valli.
Ma dai resti delle sue mura potrai ammirare un incantevole paesaggio dell’Irpinia.
L’Abbazia di Santa Maria
Spostandoti verso la periferia, degna di nota è l’Abbazia di Santa Maria, sita nella frazione di Fontigliano, risalente al VI secolo d.C.. Nel tempo subì varie peripezie per poi essere rilevata dall’Ordine dei Benedettini ed affidata ad Amato, il patrono, per essere restaurata.
Dopo ciò, nel 1104, fu riconsegnata ai monaci benedettini che provvidero a governarla nei secoli a venire. Gli ultimi lavori di consolidamento avvennero nel 1950 e rappresenta, ancora oggi, una meta di pellegrinaggio dei fedeli in quanto, all’interno, è conservata la Madonna di Fontigliano, adorata dai Nuschesi.
Volando dal sacro al profano, devi sapere che Nusco è famosa anche per gli eventi, le sagre e le manifestazioni che avvengono nel corso dell’anno.
Tra questi, possiamo ricordare la “Notte dei falò” per Sant’Antonio Abate nel weekend della terza settimana di gennaio. Questo evento oltre a richiamare molti visitatori è un’occasione per gli stessi nuscani di incontrarsi attorno al falò per scacciare gli spiriti e dare il benvenuto alla nuova stagione.
Tra l’altro, l’ultimo giorno della festa, oltre ad essere riaccesi i fuochi, all’apertura degli stand gastronomici presenti durante tutto il periodo, il centro storico sarà inondato dalle maschere che daranno il via al carnevale avellinese.
Altre feste importanti sono la “Via Crucis”, la “Festa dell’emigrante” e la “Processione a Fontigliano”.
Se sei di buon appetito non è necessario che aspetti l’apertura degli stand gastronomici delle fiere, per gustare i prodotti tipici di questa zona, fai un salto in un qualunque ristorante e ti delizierai con gnocchi, ravioli, tagliatelle e ogni tipo di pasta, rigorosamente casareccia, condita con ragù o sugo di agnello. Il tuo palato te ne sarà grato!
Ovviamente le eccellenze del territorio sono la ricotta ed il formaggio pecorino ma anche salumi come salsicce e soppressata si difendono bene.
Raggiungere Nusco è facilissimo sia che tu venga da nord o da sud o, come noi, vivi già in Campania: prendi l’autostrada A16 Napoli-Canosa ed esci ad Avellino est, da lì ti immetterai sulla statale Ofantina e segui le indicazioni per Nusco.
Dopo Nusco, con l’auto ci siamo diretti verso l’altra destinazione.
Altro da scoprire in Irpinia: Montella
Come Nusco ed altri paesi limitrofi, anche Montella può vantare origini millenarie essendo un villaggio sannita già nel primo millennio avanti Cristo.
Ad essere sincero non sono rimasto particolarmente affascinato da questa cittadina, forse perché, rispetto agli altri paesini visitati, è più grande e non rappresenta, secondo me, un tipico borgo come, invece, Nusco o Bagnoli Irpino.
Comunque Montella oltre ad edifici architettonici gode, soprattutto, di scorci naturalistici fantastici per cui, mio lettore, se continui a seguirmi in questa tour, ti prometto che scoprirai posti dove trascorrere momenti in totale relax magari dopo un piacevole picnic e non solo.
La Città
Montella si sviluppa ai piedi dei monti Terminio-Cervialto, monti che raggiungono la ragguardevole altezza di circa 1800 metri e, sempre a Montella, potrai trovare le sorgenti del fiume Calore che svolgono un ruolo importante sotto l’aspetto turistico del luogo.
La particolarità di questa città è che, fino agli anni cinquanta del secolo scorso, era costituita da rioni separati da zone verdi ma, in seguito al boom edilizio degli anni sessanta, con le varie edificazioni, i rioni si sono fusi in un unico agglomerato urbano così come è attualmente.
Per scoprire la città parti dalla piazza principale dove si trova la collegiata di Santa Maria del Piano, la chiesa madre, risalente alla seconda metà del ‘500, il suo interno è ad unica navata con cappelle laterali.
Sempre sulla piazza potrai vedere il particolare Palazzo Abiosi, appartenente ad una famiglia baronale dell’epoca, organizzato come casa a corte con due corti-patii e botteghe che danno sulla piazza.
Spostandoti, di rione in rione, noterai dei palazzi nobiliari: Palazzo Bruni Roccia, il Palazzo Capone, la Villa Trevisani di epoca settecentesca, il Palazzo Carfagni, il Palazzo Coscia e Villa Elena in stile vagamente Liberty.
Poco distante dal centro, in cima ad una collinetta a cui si accede dopo una bella passeggiata, si trova il Complesso del Monte che comprende la Chiesa di Santa Maria della Neve, il Monastero ed il Castello Longobardo con l’annessa area murata risalente al VI o VII secolo d.C. Direi da non perdere assolutamente!
A pochi chilometri, sul cocuzzolo di una montagna, vedrai spiccare il Santuario del Santissimo Salvatore. Vale la pena raggiungerlo in auto, è una lunga salita panoramica, poi percorrerai una scalinata molto bella di marmo, risalente agli inizi del novecento e, se sei un buon osservatore, noterai che ogni gradino ha inscritto il nome di un fedele a cui è dedicato. In cima ad essa arriverai alla cancellata che ti consente di acceder allo spiazzale che circonda il Santuario e la Casa del Pellegrino.
Che panorama si paleserà davanti ai tuoi occhi! Non potrai resistere e foto a oltranza!
Ti consiglio di non perderti il settecentesco pozzo dei miracoli così chiamato perché una leggenda racconta che nel 1779 si aprì improvvisamente una sorgente sulla sommità del monte.
Se volessi approfondire in zona la conoscenza di un altro luogo religioso, allontanati da Montella fino a raggiungere la località di Folloni per visitare il Monastero di San Francesco, eretto dallo stesso Francesco d’Assisi di ritorno dal Santuario di San Michele Arcangelo del Gargano, nel 1222, affinché i frati che erano con lui convertissero i ladri che infestavano il bosco.
Montella e la natura
Montella offre degli spettacoli naturali incredibili in tutte le stagioni per la tavola di colori che la montagna ci regala. Ma quando si avvicina la bella stagione, le molte aree naturali come il Parco regionale dei Monti Picentini, gli Altopiani di Verteglia presso il Monte Terminio consentono numerosi percorsi naturalistici adatti al trekking, a passeggiate, a giri in mountain bike. Inoltre Montella è molto ricca di sorgenti che concorrono ad alimentare anche l’acquedotto pugliese.
Queste sorgenti danno origine a ben quattro cascate molto amate sia dai montellesi ma anche dai tanti visitatori che, approfittando delle belle giornate, decidono di godere del contatto con la natura.
Montella e le sue cascate
La cascata più vicina al centro nonché quella più amata è la cosiddetta “Cascata della lavandaia” che troverai sulla strada per raggiungere il Santuario del Santissimo Salvatore, per cui è quasi una meta obbligata, di passaggio, per chiunque.
Il paesaggio intorno alla cascata è quasi fiabesco sia per la folta vegetazione sia per la presenza di un ponte risalente al primo secolo a.C. Intorno al ‘400 la cascata fu oggetto di lavori per assolvere alla funzione di alimentare il vecchio mulino rimasto attivo fino agli anni cinquanta del secolo scorso e di cui, purtroppo, oggi si vedono solo i ruderi.
Ti starai chiedendo perché è chiamata “della lavandaia”. Ti accontento subito!
Il nome è legato ad una antica e triste leggenda che racconta di una bella lavandaia che fu sedotta da un nobile locale. Rimasta incinta, il seduttore la uccise annegandola nelle vicinanze del ponte e da qui il nome. Nella realtà, questo era il luogo eletto dalla donne che, nell’antichità, vi si recavano per lavare i panni nelle acque cristalline del fiume.
Non abbiamo potuto resistere allo scrosciare delle acque della cascata e ci siamo soffermati ad ammirarla.
A seguire, un po’ nascosta, c’è la “Cascata della Madonnella”. Risulta essere un po’ nascosta a causa della fitta vegetazione che l’avvolge e, pertanto, è un po’ difficile vederla dalla strada. Se la vuoi raggiungere abbastanza facilmente segui, come abbiamo fatto noi, il percorso della vicina “Fattoria Rosabella”.
È un’area attrezzata dove potrai approfittare per trascorrere una piacevole giornata con amici, con il bel tempo, e fare picnic e braciate. Noi ci siamo stati ed è un posto fantastico dove il relax è assicurato e se lo desideri è possibile pescare trote e fare il bagno!
Prendi appunti e me ne sarai grato! Inoltre potrai anche acquistare prodotti locali stesso in sede come il cosiddetto “caciocavallo” da fare “impiccato” sulla brace. Una vera goduria e Patrizia ne va pazza!
Altra cascata degna di nota la trovi in località Acerno ma, se sei abbastanza sportivo puoi seguire il percorso del fiume Calore sempre verso Acerno. Lo spettacolo che ti si aprirà davanti è paradisiaco e, sono certo, la forza della natura ti lascerà senza fiato.
Ciò che vedrai è la “Cascata del Fascio” con il ponte che la sovrasta. Come avrai capito la sua origine è di epoca fascista e sul ponte è visibile la scritta “M”. È un bacino artificiale creato per convogliare le acque alimentando così l’Ente idrico Alto Calore.
Questa cascata ha un’altezza di più di otto metri ed anche la profondità dell’acqua è intorno agli otto metri. Se sei abbastanza coraggioso puoi provare a salire sul ponte che, per inciso, non ha pareti né appigli e provare a tuffarti da lassù, una vera scarica di adrenalina.
Infine l’ultima: la “Cascata della Tufara”, si trova tra il Monte Querceto ed il Monte Tufara. Per arrivarci si raggiunge località “Varo della Spina” che rappresenta anche il punto di partenza per le cascate del fascio se decidi di non raggiungerle tramite la fattoria Rosabella.
Superate le cascate del fascio, proseguendo per circa un’ora e mezzo per sentieri immersi nel verde, raggiungerai il torrente Tufara ed alla vista delle cascatelle ogni sforzo sarà ripagato.
Ma se le cascate sono un piacere per gli occhi se ci vai in estate e magari con costume al seguito, le “Vasche della Tufara” saranno per te piscine naturali dove nuotare. Perché in questo punto, nel corso dei millenni, il torrente ha scavato delle enormi vasche di pietra.
Alcune sono profonde anche quattro metri con una larghezza anche di otto metri, avrai solo l’imbarazzo della scelta visto che ce ne sono circa una decina.
A parte le cascate, i boschi anche il sottosuolo merita un approfondimento ed una visita. Perché, devi sapere, in questa zona sono presenti delle grotte che possono essere visitate previa prenotazione.
Le grotte
Di grotte ce ne sono sostanzialmente tre: la “Grotta dei Candraloni”, la “Grotta del Caprone“ e la “Grotta del Caliendo“! Queste ultime più vicino a Bagnoli Irpino e già trattate nel mio precedente articolo.
La più grande è senza dubbio quella detta “Grotta del Caprone” il cui ingresso è costituito da un solo grande vano. Viene chiamata del “caprone” perché secondo la leggenda il nome deriva dai Sabba, riti che prevedevano l’incontro tra Streghe e Satana e si svolgevano all’interno della grotta.
Un’altra leggenda vuole che in questa grotta sia stato sepolto un tesoro dalla Banda Carbone che, intorno alla metà del 1800, utilizzava la grotta come covo per nascondersi. All’interno della grotta sono presenti numerosi stalattiti e stalagmiti e la costante caduta di gocce d’acqua indica che la grotta è ancora attiva. Sicuramente lo spettacolo di questa grotta merita una visita molto attenta in ogni piccolo particolare.
La seconda grotta presente in zona è la “Grotta dei Calandroni” , un inghiottitoio naturale dove scorrono acque cristalline, nei pressi dell’Altopiano Verteglia a 1222 metri di altezza.
La discesa non è delle più semplici e per tale motivo la possibilità di esplorare la grotta è un privilegio riservato a pochi.
Se sei tra i fortunati a poter discendere nelle viscere della terra, organizzandoti con una guida, sappi che il percorso di questa grotta si sviluppa per 840 metri ad una profondità di 65 metri.
L’ingresso della grotta è costituito da una serie di scalette naturali, una volta immessi si inizia con il ramo principale, un canale carsico che si estende per 400 metri e conduce al fiume delle acque nere. Successivamente il percorso comincia a stringersi, divenendo una strettoia che, in alcuni periodi dell’anno, può essere piena d’acqua.
Esiste anche un ramo secondario, opposto al primo, che non presenta acqua ed i passaggi sono puliti ed asciutti quindi più agevoli rispetto al precedente permettendoti di apprezzare le forme carsiche plasmate dalla natura nel corso dei millenni.
Montella sagre ed eventi
Tra le sagre e gli eventi che si succedono nel corso dell’anno, la più famosa che attira i visitatori, da tutta la Campania ed anche da fuori regione, è sicuramente la “Sagra della Castagna IGP” che si tiene tutti gli anni nel mese di novembre. È una festa per tutto il paese ed i montellesi partecipano con gioia alla realizzazione dell’evento.
Tutto il centro viene “invaso” da stand enogastronomici dove è possibile mangiare le varie specialità non solo montellesi ma di tutta l’Irpinia come lo “stufato d’agnello”, i “fusilli al tegamino”, il “soffritto irpino” e poi la “ciambotta” a base di ortaggi e verdure, ed il buonissimo “caciocavallo impiccato”, una vera prelibatezza. E poi ancora salumi e tanto altro ancora da scoprire.
Tutte queste specialità culinarie sono accompagnate da vini che hanno reso famosa questa terra come il “Taurasi”, l’”Aglianico”, il “Coda di Volpe”, il “Greco di Tufo” il “Fiano di Avellino” e tanti altri. Non esagerare, ricordati che devi tornare guidando!
Come arrivare
Se ti stai chiedendo come arrivare in zona è presto detto: con l’auto basta prendere l’autostrada Napoli-Bari l’A16 ed uscire ad Avellino Est e, proseguendo, sulla Statale SS7 bis seguire le indicazioni per Montella, o Nusco, direi semplice!
Sia Nusco che Montella ma anche Bagnoli Irpino e Laceno ed altre località sono tutte relativamente vicine fra loro come tu stesso potrai osservare collegandoti magari a Google Maps per cui potrai progettare al meglio la tua visita.
Se hai letto il mio articolo precedente, avrai sicuramente avuto modo di apprezzare le bellezze di questa terra e, qualunque sia la stagione in cui decidi di andarci, troverai sempre qualcosa da fare e da vedere e ne sarai soddisfatto.
Il consiglio che posso darti è quello di approfittare, ogni qual volta c’è una giornata di sole, per pianificare una gita in zona e conoscere meglio l’ Irpinia.
Resta sintonizzato perché, nel mio prossimo articolo, ti farò conoscere un altro posto che merita senz’altro una visita.
Ti saluto, invitandoti, a condividere l’articolo “Altro da scoprire in Irpinia” sui tuoi social, dando la possibilità ai tuoi amici di scoprire nuove mete o di suggerirne altre.